domenica 6 maggio 2012

Mi dispiace. Mi sono persa. Non so dove andare, non so più dove trovarmi.

venerdì 27 aprile 2012

Friday

"Quello che ogni donna dovrebbe avere in borsa.
Mia madre mi ha dato la preghiera di Santa Teresa.
Ho aggiunto un vecchio biglietto della metropolitana, kleenex,
mentine, un assorbente, pesetas,
un fiorino. Non mi aspetto niente, sia chiaro,
ma del resto non mi fido di te, quindi: una confezione da 3.
Ho una penna. C’è spazio per il mio angelo custode,
ma dovrà piegare le ali. Il passaporto.
Una chiave. Ansia, per quello che (non) ho detto
quando una volta (non) avevi bisogno di me. Un analgesico.
Una carta di credito. Il suo viso l’ultima volta,
la mia impazienza, la mia inutile giovinezza.
Quel sacchetto vuoto, il mio cuore. Una scatola di fiammiferi".
-Maura Dooley-
E quello che dovrei  tenere io in borsa: fiducia in me.

mercoledì 25 aprile 2012

...e anche perchè la Rowiling scriva ancora di Harry Potter!

Lo so che può sembrare persino strao, ma io quasi ogni sera prima di addormentarmi prego.
Prego di trovare un lavoro che mi permetta di mantenermi e non essere un peso per la mia famiglia.
Prego perchè mia madre possa non adare mai in pensione.
Prego perchè mio padre abbia più giorni su e meno giù.
Prego perchè mio fratello ritrovi il cervello che aveva nascosto a tre anni.
Prego per assomigliare un pò di più a mia sorella.
Prego di non ammalarmi.
Prego per i miei amici, che possano trovare sempre gioia, in qualsiasi cosa facciano.
Prego per tutti gli idioti che ho incontrato e per quelli che incontrerò, perchè hanno tanto bisogno di preghiere.
Prego che un giorno una casa editrice si decida a pubblicare tutto quello che io le mando.
Prego perchè le persone smettano di farmi del male.
Prego che quella gente al governo si faccia un esame di coscienza.
Prego che i governi di tutto il mondo si rendano conto che questo non è il modo di andare avanti e di cambi una volta per tutte economia, che il denaro diventi solo un mezzo e non il fine, e che si rimetta al centro la persona.
Prego di darmi la forza di accettare qualsiasi sia il disegno che è stato deciso per me.
Prego di avere ancora il coraggio di alzarmi il giorno seguente anche se certe notti, vorrei chiedere soltanto di non svegliarmi più.


Ah, dimenticavo. Prego anche perchè Val Kilmer, che perda trenta chili in fretta e mentre chiama il dietologo sbagli numero e chiami me...

giovedì 19 aprile 2012

Al mio segnale...scatenate l'inferno!

Oggi, dopo tanto tanto tempo, misono davvero arrabbiata.
Mio fratello non fa un emerito di niente in casa.
Vive di rendita.
E io mi son stufata.
Pulisco perchè voglio vivere in un ambiente pulito.
L'ordine non è il mio forte per cui lascio correre.
Mangiamo sempre entrambi giù dai miei per stare tutti insieme e perdipiù a pranzo lui non c'è perchè pranza al lavoro. Però se compro della roba da mangiare per me sparisce magicamente e sappiamo che non è più mio padre visto che non ha le chiavi della mansardina.
Ma cazzo, almeno il bucato. Almeno quello. Invece? Niente.
Porta persino le mutande a lavare a mia madre. Io mi son già rifiutata.
Ma mia madre povera donna si spara una decina di ore di studio più gestirsi mio padre e la nonna, il pranzo e la cena, la spesa e tutti i cazzi&mazzi vari. Non ce la fa.
Allora mi ha pregato di lavare io la roba di mio fratello, e visto che stiro già per tutti di farci stare anche le sue camice. Sette giorni sette camice.
Eh no.
Allora qui ci vuole ingegno.
Oggi mi ha cioccato giù undici camice. Dico undici.
Bene. Non ho fatto una piega. Le ho messe in lavatrice.
E accidentalmente dico, per puro caso, ci è finita insieme una mia maglietta estiva.
Rossa.
Quando ha visto la splendida tonalità di rosa corallo a macchie lampone che ha preso il tutto ha inveito un'ora. La migliore litigata che io ricordi.
E' salita persino mia madre dalle urla che arrivavano alle scale.

Ora le camice le porterà in lavasecco.
Ma non è finita.
Ho comprato delle paste e delle bibite.
Aspetto che spariscano.
Sono farcite di confetti falqui polverizzati.
Conto di vedere presto i risultati.

mercoledì 18 aprile 2012

Pensieri

"Io sono la ragazza con la valigia.
E ho un cappotto blu
vado di notte.
Su questo lungomare che è la vita.
E il vento batte sulle palme scardinate
la pioggia batte sulle stagioni andate
il mare scardina le barche di immigrate.
Io sono qui. Ti aspetto alla frontiera.
Al guinzaglio dell’orso della luna,
il fango nelle mani, per fare un neonato.
Tu aspettami inchiodato, nella sera".
(Francesca Genti)

Sul lungomare, sul binario, sul molo. Ti aspetto, alla frontiera tra me e te.

lunedì 16 aprile 2012

Any Given Monday

E' lunedì.
Uff.
Ok, nonostante il molto più grigio dell'azzurro e la pioggia che cade sui miei capelli crespi, ho smesso di fumare. Non sopporto più la mia tremenda puzza, e la mia maleducazione per far respirare il mio tanfo alla gente normale.
E quello intanto mi chiama dall'altra parte del mondo fottendosene di ogni fuso orario e supplica. E implora. E io lo manderei solo a dar via il culo visto dalla voglia di piangere che avevo.
Finge di non ricordarsi neppure del fuso. Ad Oxford non te lo hanno insegnato dico acida e piccata.
Ho fatto legge a Cambridge.
Possiamo non litigare almeno quando mi preghi di tornare con te?
Per me va anche bene. Ho già voglia di vomitare.
Nel miscuglio caotico delle emozioni nel mio stomaco provo paura, angoscia, rabbia, senso di inadeguatezza e sopra ogni altra frustrazione. La detesto perchè non riesco a vincerla.
Il fumo era uno sfogo.
Oggi non l'avevo e mi son cacciata due dita in gola e via, tutto già per lo scarico.
Mai più. Mai più. Mai più.
Eleonora avevi promesso. Avevi tanto promesso.


Sono solo una bugiarda.

giovedì 12 aprile 2012

Domani è Venerdì

Mi sono dimenticata l'ombrello al bar ed ovviamente quando son tornata è sparito. Mi sono dimenticata di ritirare i soldi al bancomat e ora sono senza soldi. Mi sono dimenticata di chiamare mia sorella che oggi hanno operato il suo fidanzato. Mi sono dimenticata che domani ho preso ferie dallo studio perchè devo portare mio padre dallo psichiatra per la visita, e io sono assai meno indispensabile di mia madre.
Quando mi dimentico le cose io mi spavento. E so che domani chiederò al dottore se è normale, alla mia età, dimenticarsi così le cose. Farsi i biglietti per ricordarsi e poi dimenticarsi anche quelli. E poi farsi i biglietti per ricordarsi i biglietti e dimenticarseli. E lui mi dirà certo, è normale, stia tranquilla, la malattia non si sviluppa alla sua età, è impossibile. Io lo guarderò un poco di sbieco, mi mangerò una pellicina di un dito e non risponderò. Ma mica sarò convinta.
Ho sentito (in Greys Anatomy a dire la verità, che non so quanto sia attendibile) che in Inghilterra c'è una donna di trentacinque anni che non riconosce più la figlia. E' il caso più precoce al mondo.
E io penso che preferirei morire che avere davanti le persone che amo e non riconoscerle più.
Penso che se mi diagnosticassero quel bastardo schifoso dell'Alzhaimer il giorno stesso mi getterei sotto un treno. Poi guardo mio padre che, senza che ce ne siamo accorte, si è già messo i vestiti piegati e stirati per la visita di domani e se ne sta seduto sul letto, mi rendo conto di quanto egoista sia questo pensiero.
Quello stesso uomo, che avrebbe dovuto godersi la pensione dopo quarantanni di dieci ore al giorno sulle locomotive, dopo la sua di diagnosi anni fa mi disse una cosa che molti reputeranno tremenda.
Mi disse "Se mi fermo a pensare ci sono volte in cui invidio i malati di cancro. Loro almeno posso combattere. Io arriverò ad un punto in cui per quanto vorrò lottare, non mi ricorderò più contro cosa, e quella bestia mi mangerà lo stesso."
Ma lo stesso uomo mi disse anche "Sono contento di aver tenuto tutti i quaderni di quando andavate a scuola, tu la Anna e l'Alessio. Così se mi scorderò le cose più semplici tua madre me li rileggerà e sarà come passare ancora del tempo con i miei figli."
La voglio scrivere qui, perchè almeno anche se me la dimenticherò, qualcuno che mi ama, di cui non ricorderò bene il nome, me la rileggerà. E passerò ancora del tempo a mia volta, con mio padre.

mercoledì 11 aprile 2012

Oggi sono un pò nostalgica.
Così imparo a guardarmi tutte le mie vecchie fotine.
E' che mi manca l'America. Mi manca Dallas. Tanto.

mercoledì 4 aprile 2012

Un tranquillo week end di paura

E' un pò che volevo scrivere questo post.
Il mio week end inizia il sabato mattina dopo un venerdì sera di pulizie visto che i turni che ho creato apposta per questo per mio fratello sono puro optional.
Sabato, un pò esaltata per la bella giornata ma altrettanto depressa per le previsioni future di giornate simil giorno dei morti, dico a mia madre "Chissà che meraviglia ora in Texas, con gli alberi di pero americano carichi di fiori bianchi!"
Lei grugnisce.
"A volte penso tu lo faccia apposta" risponde.
"Perchè?"
"Perchè per te basterebbe essere ovunque, tranne che qui con noi, che siamo la tua famiglia. Per te basta andare via!"
Le faccio notare che non era quello il senso della frase.
La discussione finisce con lei che se ne va borbottando "L'altra parte del mondo per te resterebbe comunque troppo vicino. Non esiste un posto abbastanza lontano da Pavia a quanto pare!"
Evviva.
Passiamo oltre.
E' inevitabile che in una storia di puro, semplice e meraviglioso sesso, prima o poi, uno dei due si prenda.
A me capita di rado e per lo più con l'uomo sbagliato, specialmente se ha occhi profondi come pozzi, è texano e anche sposato. E vabbè.
Qusta volta, di questa cosa di cui mi vergogno come una ladra, non è successo a me.
Si è preso lui.
Lui è un ventiduenne fisicato paura, tartaruga sulla pancia ma con il criceto moribondo in testa.
Tristesse.
Dopo molti incontri clandestini in genere avvenuti in seconda serata barra tarda notte, molte mattine in coma totale davanti al computer in studio e molti atti che ho fatto veramente con il culo, ecco dopo tutto questo il tipo mi manda un sms.
"Vorrei portarti HA cena"
Inorridisco.  Avrà sbagliato a digitare dai.
"Dove?" rispondo.
"HA cena in un ristorante stiloso. Magari prima ci facciamo UN'APE"
Stavo per gettare il telefono dalla finestra, giuro.
Tutti i luminari dell'accademia della crusca mi imploravano. Dante Alighieri, patrono della nostra lingua italiana si è fatto una maratona di gira&rivolta nella cassa.
Incubo.
E poi "un ape" a casa mia, senza apostrofo, è un insetto che al massimo rompe i coglioni, non le regole grammaticali che se qualcuno le ha inventate ci sarà poi un perchè.
Scaricato.
La mia vagina capirà.
E quindi, battuta dai verbi ausiliari, mi sono fatta un tranquillo week end di mohito a Como, con mia sorella che continua a farsi tagliare i capelli dai cinesi e assomiglia sempre di più a un pechinese.
Aspetto.
Aspetto l'uomo che mi travolga, mi proponga qualcosa che non sia una zuppa riscaldata migliaiai di volte, un involtino primavera bruciato, un piatto esotico da mille dollari o una american pie della moglie.
Aspetto.

(resto dell'idea, sempre e comunque, che l'uomo ideale -oltre al mio Iceman ovviamente - sia Batman. Perchè?
Perchè è un miliardario strapieno di soldi che vive in una magione enorme con tanto di maggiordomo, è orfano e quindi ci giochiamo la suocera vecchia&rompi, e la notte esce per i fatti suoi così posso stare a casa tranquilla con Robin! E poi...indovinate che era l'attore che oltre ad Iceman interpretò Batman Forever? Ops...)

lunedì 26 marzo 2012

Ma dove sono??

Lo spaesamento che avevo anni fa arrivata in America l'ho rivissuto nei primi tempi del mio rientro.
Ora mi sono abituata, rassegnata forse, ma è strano sentirsi a disagio, sentire che qualcosa non combacia, stride, nel posto dove sei nato e cresciuto, dove, in teoria, ti senti a casa.
Esempi?
Ic omportamenti della gente in primis.
Sono andata a Milano nel week end e per uscire dalla metro o in Rinascente ho preso le scale mobili. Non esiste il concetto di "stand right", che a me inculcò a Londra una vecchietta a ombrellate sul retro delle ginocchia. Fatto semplicissimo, lapalissiano, di tenere la destra per lasciar passare chi ha più fretta di te. In Italia va già bene se ti chiedono permesso prima della spallata.
Altra cosa: l'ascensore.
In Usa tutti, ma proprio tutti, compresi i bambini, entrati in ascensore premono il bottone corrispondente al piano di destinazione e si mettono ordinatamente in fronte all'uscita, spalle alla parete chiusa di fondo.
In Italia no. In Italia ognuno si dispone a caso, creando un allegro disordine, che per uscire devi scontrarti con tutti. Ho notato che in genere la gente si dispone a lasciare un vuoto al centro dell'ascensore, ma il perchè mi è ancora ignoto.
Le mance, altra cosa inesistente in Italia. Ecco, se uno ha fatto bene il suo lavoro, tipo il cameriere al ristorante, io gli lascio volentieri qualcosa. Credo sia gratificante fargli capire che ha lavorato bene, per lui e e per me. Gli e lo lascio, in genere, proporzionato a quanto ho speso.  A Pavia in un bar ho lasciato un'euro in più visto che avevo preso un cappuccino e la tipa si è palesemente offesa. Mah.
Il taxi, questo sconosciuto. Nei paesi anglossasoni è una pratica comunissima girare con il cab, andare a far la spesa, al lavoro, a prendere i figli a scuola in taxi. E spendendo cifre contenute. Qui non ho mai sentituo nessuno, se non avvocati rampanti o manager in carriera, andare a lavorare in taxi.
E poi scusate ma lo devo dire, in Italia on sappiamo le lingue!!! Ed è vergognoso.
L'altro giorno in pausa pranzo ho scorto due turiste inglesi (riconosciute subito dalla pelle che manco con il candeggio abbinata ai capelli biondo rossicci) che cercavano disperatamente qualcuno che desse loro informazioni. Nessuno capiva una mazza. In una città universitaria la gente le evitava come la peste perchè  non capiva quello che dicevano. E mi hanno detto che anche nei musei han avuto difficoltà a trovare spiegazioni nella loro lingua. Dai, mica era mandarino! Resto di stucco.
E potrei pure continuare.
Ma voglio andare a pensare alle cose belle, al mio sentirmi a casa, fra la mia famiglia.
E il resto passa.

venerdì 23 marzo 2012

"E’ primavera. Comincio lentamente a respirare di nuovo. L’inverno è stato freddo e insopportabile, a tratti largo e ventoso come se la città fosse un’ampia sala in un maniero abbandonato. Per tutto l’inizio dell’anno mi era sembrato che le mie membra appartenessero al secolo scorso, la mia testa fosse un pezzo da conservare in un museo, in uno scaffale dalle ante di vetro, tra gli oggetti fragili".
(Riikka Pulkkinen, "l'armadio dei vestiti dimenticati" Garzanti)
Ma ora è primavera. Respira Ele, respira.

mercoledì 14 marzo 2012

Stralunati

Continua il surrealismo in casa Invernizzi...
Allora, mio padre se mia madre non è in giro, passa le giornate in piagiama bello comodo, al massimo in tuta, in giro per casa, fra la sua poltrona sfondata e qualche cruciverba.
La nonna invece ha una sua sedia con due bei cuscini verdone, che si sposta all'evenienza in ogni stanza: solo su quella sedia riesce a stare comoda, secondo lei, e a non farsi venire il mal di schiena. In genere passa le giornate a fare "lo scapino", cioè lavorare a maglia producendo calze, guanti, berretti, maglioni e coperte che manco un maglificio potrebbe stare al suo passo, il tutto senza occhiali, a ottantasei anni compiuti.
Stasera rientro e mentre io e mia madre prepariamo la cena li ascolto che parlano dalla sala,  mentre leggono La Provincia Pavese, rinomato quotidiano locale.
"Cos'è L'Imu?" chiede mia nonna, che evidentemente aveva scorto qualche accenno alla cosa sul giornale.
"E' una cosa da ragazzi." risponde mio padre liquidandola.
"Ma qui dice che dovran pagarla tutti, e che sarà bella cara!"
"Ma và là! Ti dico che non è una roba per noi! E' tipo un gioco, per i ragazzi!"
"Ma sei sicuro?"
"Ti dico di sì! E' una roba americana sul computer che cerchi i tuoi amici, quelli che han fatto il militare con te, e dopo tanti anni puoi andare a mangiare una pizza tutti insieme. Roba da ragazzi ecco!"
Io ero già piegata.
La nonna non risponde. Pensa. Potevo sentire il rumore delle rotelle dentro la sua testolina bianca.
Dopo un pò gli dice tutta arrabbiata: "Ma quel lì l'è no fasebuc??"
Perchè uno deve andare a teatro quando a casa può ridere così, a gratis???
Evviva la pasta al ragù, che almeno tutti, ma proprio tutti, han riconosciuto alla prima forchettata.

mercoledì 7 marzo 2012

Alla fine dopo aver letto il post della mitica Queen ho comprato anche io i legggins push up calzedonia. Risultato?
Ossa per cani.
Certe magrezze sono difficili da esibire.
Uffa.

lunedì 5 marzo 2012

Dalì

 














Il mio armadietto del bagno: indovinate qual'è la parte di mio fratello.
Ah, ho troppa roba, lo so.
Ma è tutto indispensabile!

sabato 3 marzo 2012

Domenica

Spencer mi manca.
Tanto.
Tanto.
Tanto.
Così tanto che per la maggior parte del tempo cerco di non pensarci.

giovedì 1 marzo 2012

Sera

Ho rivisto il tizio dell'autobus. Sull'autobus. Ha degli splendidi occhi, affusolati e lucidi. Ha mani piccole e delicate, e un viso stanco. Non lo conosco, non lo capisco, ma mi intriga.
Ho sentito una mia amica di Venezia e sono stra felice perchè a breve voglio andare a trovare lei e la mia vecchia dimora.
Il resto va come deve andare, o come canta va il mio concittadino Max Pezzali, almeno me lo auguro.
E ciao.

mercoledì 29 febbraio 2012

Il mondo è ancora troppo piccolo

Faccio casini a non finire.
Ho conosciuto un tipo, in autobus. Uno assai carino. Alla fine, prima di scendere, gli ho sorriso ed è sceso pure lui. Lui è entrato nell'ospedale mentre io sono andata verso casa.
(Io abito vicino al policlinico)
Sono stata assunta come impiegata dal notaio senior. Alla fine lavoro, produco e tengo a bada la mamma che in genere divora le impiegate nuove e/o temporanee. Fino all'estate resterò in studio. Almeno sono in regola e ho un'entrata fissa.
Ho fatto la mia cazzata.
Mio fratello mi ha rubato il telefono l'altra sera e non solo ha scoperto la mia cazzata ma si è letto tutti i miei sms, i miei messaggi su fb, oltre ad averlo riempito di foto oscene fatte alla festa di carnevale dove è andato.
Evviva la famiglia.
In studio si respira un'aria strana. La complicità è diventata tensione e non è nè bello nè gradevole.
Io cerco soluzioni ma non ne trovo.
Ogni volta che cerco di regalarmi un momento di spensieratezza finisco con l'incasinare sempre di più la mia vita. In questo sono bravissima.
Forse da piccola ho mangiato troppo brodo di pollo radioattivo.


La cosa assolutamente meno (o forse più, nemmeno lo so) ironica è che ho girato il mondo per fuggire da tutto questo, ed ora sono allo stesso identico punto di partenza.

lunedì 20 febbraio 2012

Punti di vista

Qui non ho mai parlato prima di mio padre. Il fatto è che non sta bene.
Insomma, una settimana dopo aver raggiunto il traguardo ambito della pensione dopo quarant'anni suonati a fare il macchinista per le ferrovie, mia mamma lo ha pizzicato e gli ha fatto fare un check-up che rimandava da migliaia di anni. Risultato, a parte il colesterolo alto che è di famiglia, dopo altre visite specialistiche e approfondimenti gli hanno diagnosticato una forma precoce di Alzhaimer.
Il mio papà è malato. Ok per carità è lucido, per nulla confuso o spaventato. Ultimamente è diventato un pò più triste e forse spento ma credo sia il proseguo normale della sua brutta malattia.
Io resto spaventata sia perchè ho paura che sia difficle da gestire con il passare del tempo sia perchè so che l'Alzhaimer è una malattia a componente ereditaria, e quado mi scordo le chiavi o mi dimentico le cose mi preoccupo subito.
Comunque mio padre, malato o no, è buffo.
Avendo appunto il colesterolo alto mia mamma non compra più dolcetti o cose simili. Solo che lui ha imparato benissimo dove stanno le chiavi della mansardina e che del resto gli basta farsi qualche rampa di scale e il suo problema è risolto. Stamattina faccio per prendere i miei biscotti per la colazione nell'armadio a muro e trovo una ditata di nutella. Mio fratello è idiota ma non lo farebbe mai. Poi guardo il barattolo e vedo che è non solo senza nutella ma è stato abilmente riempito d'acqua per nascondere il furto.
Allora vado giù e chiedo a mio padre se ne sa qualcosa. Lui, come un attore consumato, finge di cadere dal pero.
"Papà tranquillo non gli e lo dico alla mamma." Cerco di rassicurarlo.
Nega.
"Ma dai è ovvio che sei stato tu! Ieri sera quando la mamma lavava i piatti che era distratta sarai salito e hai mangiato la nutella, ammettilo! Non è mica un problema!"
E lui che fa? Si inventa un alibi che più assurdo non si può. Mi ha detto che era alla Scala a vedere la Traviata. Ha giurato e spergiurato e per convincermi ha tentato pure di cantare un pezzetto che pareva un lamento di uno che ha la dissenteria. Io mi stavo già sguardando dal ridere.
"Va bene papà, grazie lo stesso e scusa."
E lui come contento di avermi convinto se ne è andato via trascinando i piedi.
Mia mamma si arrabbia ma per me è troppo buffo. E' come un bimbo che per avere i dolcetti li rubacchia e poi dice le bugie.
Intanto abbiamo fatto sparire le chiavi della mansardina. Niente più nutella papà, mi spiace. Consolati con l'opera.

giovedì 16 febbraio 2012

2

"E’ meno grave perdere che perdersi."
(Romain Gary)
Forse è così. Forse ho preferito perderti, piuttosto che perdere me.

mercoledì 15 febbraio 2012

Sole

Guardo le orchidee e penso a lui.
Il fatto di non aver mandato rose rosse credo sia stato un tocco di classe, che del resto gli appartinene.
Mi chiedo che cazzo faccio qui a languire e mi ricordo che non avevo una vita nemmeno al suo fianco.
Mi domando che direzione prendere, dove andare, cosa fare.
Stamattina sono stata in studio ad aiutare un poco mia madre.
Il notaio senior mi ha accennato al concorso che si apre a giugno. Per me si prospetta un massacro.
Non sarebbe una cattiva idea tentare. Se quest'anno non va c'è il prossimo. E questa indecisione mi avvilluppa in una tenebra confusa.
Penso. Rifletto. Medito.
E intanto ricordo e rimpiango.
E nel mentre di entrambi faccio un pò l'impiegata del notaio. La cosa che, come sempre, mi riesce meglio.

domenica 12 febbraio 2012

Sentirsi Puffo Quattrocchi pur avendo un occhio solo...

Mio fratello mi ha minacciato. Ha detto che se non la smetto di occupargli il divano vegetando fra patatine e estatè guardando in loop Top Gun non solo spezza il dvd davanti agli occhi ma chiama qualche suo amico rintronato come lui a vedermi in piagiama e capelli sconvolti... uff.
Che poi sarebbe anche ora di alzarmi da qui...ma insomma, con questo freddo del cazzo, l'occhio iniettato di sangue la crosta sulla faccia e- vogliamo parlarne???- San Valentino che avanza e il mio uomo lontanissimissimo...quanto mi manca però...
Devo trovarmi un sostituto. Seee. Vabbè, devo traovarmi un pagliativo. Un simil-essere umano dotato di attributi maschili per sopravvivere- o almeno passare oltre- questo febbraio fottuto.
Magari mi faccio un trombamico.
O magari scende qui sul divano gesù e ci pensa lui.
Uff. L'ho già detto? Stra uff.

Ricordi&Sogni



venerdì 10 febbraio 2012

Post post London

Febbre.
Sul divano spiaggiata fra montagne di kleenex with balsam tachipirina aeresol bucce di arancia e carte di torrononcini parlo da sola in americano. Mia mamma mi telefona ogni ora e io rivedo in loop Top Gun mentre nella mia mente Val si confonde con Spen, uno sul caccia uno in divisa bianca come Rob Redford in the way we were, uno prende la tube uno sale le scale, e non so più cosa è reale cosa è immaginato, nè la differenza fra i due.
Delirio.

lunedì 6 febbraio 2012

Ritardo

Tutti, e dico tutti, mi hanno chiesto di Londra. Ma io mi son un pò persa, fra l'incidente e le sue conseguenze, e l'influenza che ha attaccatto alla stragrande casa Invernizzi. Decimati, ecco cosa siamo stati.
Mia madre, mio padre, mio fratello, la nonna e pure mia sorella. Tutti febbre a quaranta, giramenti di testa e nausea, raffreddore e una tosse da far invidia ai vecchi del bar sport.
Io? Risparmiata. E così sono stata imprigionata qui e assunta a fac totum. Badante a tempo pieno.
Metti su il brodo di carne. Trita il prosciutto. Lessa le patate. Regola i turni per l'aeresol. Porta a tutti il tè e la spremuta a letto. L'avete presa la tachipirina? E da quel lato del salotto lì? Qualcuno vuole altri fazzoletti? Eleonora! E' finito il latte la pasta l'acqua il detersivo e pure il signore gesù. Vai al supermercato un attimo??? Oh, domani scade anche la bolletta...Vai tu vero? E anche dal dottore all'inps in studio in posta in farmacia. A piedi. Con questo freddo fottuto. Con tutte le mie conseguenze dell'incidente. Sono una donna distrutta. E non è ancora finita.
Vabbè.
Ma torniamo a noi. Londra.
A Londra sono stata bene. Siamo stati bene. Abbiamo fatto i fidanzatini. Si sà, la lontananza giova.
Abbiamo girato a braccetto per il Leadenhall Market, o su e giù per la City mano nella mano, fatto compere da Harrods, pranzato in un ristorante russo gelido con tanto di musica russa dal vivo, visitato ancora St Paul's ("ho sempre immaginato da bambino che mi sarei sposato qui, vestito in uniforme come Carlo, con una principessa con un velo come Diana") e svaligiato un negozietto di souvenirs superpacchiani: tazze e confezioni di tè di William e Kate per tutti. Siamo stati al Tate e  abbiamo visto danzare la Giselle a Covent Garden (peccato, senza Darcy Bussel ovviamente ) e persino mangiato di supercorsa da Ramsey a Chelsea, non chiedetemi come però! Poi abbiamo fatto i nottambuli al White Cross a Richmond, un locale costruito dentro un antico monastero che con l'alta marea resta praticamente isolato. Abbiamo camminato per questo sentiero sperduto, umido, gelato, ridendo fra mille nuvolette di fiato nel freddo, guardando il Thames,  le luci e i riflessi sull'acqua, godendoci le labbra calde e le mani fredde, e quella sensazione che ti fa socchiudere gli occhi mentre dai un bacio, per vedere quella goccia iridescente sulla punta delle tue ciglia.
Siamo stati vicini. Uniti. Siamo stati un noi di tanti tanti anni fa.
Non abbiamo parlato, non ci siamo fatti domande. Abbiamo colto il momento, e in quello abbiamo vissuto.
Ho prenotato all'ultimo un volo il giorno dopo la sua partenza, non so nemmeno perchè. Lui non ha discusso, forse era stanco di discutere quanto lo sono io. L'ho guardato andare via. Credevo che non l'avrei sopportato eppure sono ancora qui. Eppure sono andata avanti. Step by step.
Poi quando è sparito ancora una volta fra la gente e la sua testa bionda si è confusa fra le altre teste ho avvertito un piccolo lievissimo rumore fra tutto quel caos. Lo schianto sordo del mio cuore.
Il giorno successivo ho dormito in un alberghetto squallido dalle parti di King Cross e ho girato come un'idiota ripercorrendo i posti in cui eravamo stati insieme, chiedendomi dove si fosse persa quella sensazione, quell'armonia. quell'essere in pace, completa.
Se ne era andata con lui, seduta sull'aereo al suo fianco.
Mi hanno chiesto : e ora?
E ora bo.
Ora lui se ne sta oltre l'oceano e per quanto dirlo mi sembri così incredibilmente romantico, non lo è.
Non si può avere una storia così. Non si può credere a un futuro insieme, non più.
Siamo onesti. Non credo alle zuppe riscaldate per quanto squisite esse siano.
Non mi illudo più. L'ho fatto per tanti, troppi anni.
Ho creduto davvero, come avevo scritto in un post nel mio vecchio blog, di poter essere in una sorta moderno di "The way we were" .
Bene, ora sono certa di essermi sbagliata. Lo dico con tanto, tanto amaro in bocca. Perchè ora so cosa provo. So di amarlo, seppure a modo mio.
Ma l'amore non basta, non sempre purtroppo.
Questa volta non è bastato.

giovedì 2 febbraio 2012

Stop!

Bello, anzi stupendo.
Son rientrata in Italia da nemmeno un giorno e ho già distrutto la macchina finendo fuori stada per via della neve, giù da una riva, schiantandomi contro un albero...
Non ho più parole ormai..voglio solo piangere...

mercoledì 1 febbraio 2012

Free wi-fi

"Un tempo, le coppie di amanti prima di separarsi cercavano una stella, su cui i loro sguardi la sera potessero incontrarsi. Che cosa dobbiamo cercare noi? Il cielo almeno non possono dividerlo… Sì invece, disse lei piano. Il cielo è sempre il primo a essere diviso."
(Christa Wolf)

lunedì 23 gennaio 2012

Turn around bright eyes

Vorrei avere un filo logico da seguire per scrivere questo post, perchè davvero non so da dove cominciare..
Ho passato un week end strano, circondata da persone, nel pieno di un rumorosissimo locale, eppure per tutto il tempo sono stata sola e in totale silenzio.
(Ok, non mi si può dire che Total eclipse of the heart non è di Bonny Taylor ma è di Nek... perchè come minimo, ma minimo, ti dò una testata e ti lascio lì per terra tramortito)
Sono confusa. Sono spaventata. Forse sono terrorrizzata.
Ho messaggiato con Andrea balbettando scuse. Ho parlato a mia sorella. Ho parlato a mia madre.
Tutti scuotono la testa.
Vorrei così tanto sapere cosa voglio, dove trovarlo e poterlo poi trovare con facilità, allungare una mano e coglierlo come si fa con una mela. Ma non è così. C'è una nebbia fitta fuori dalla finestra, attorno alla mia testa e francamente anche attorno a quello che provo.
Mia sorella mi ha anche regalato un pacco di dvd del Val-Iceman che sarebbe stato quasi un deterrente.. eppure non riesco.
Mia sorella che mi dice“non t'ho mai vista così lucida e razionale”… e io rimango in silenzio... “lucida” per me e' sempre stata la pelle grassa e sudaticcia e “razionale”, a parte il razionale kantiano o hegeliano, e' forse divenuta un'ambizione… questi anni a ponderare… incastrare... rinunciare... disilludersi... saggiamente però... in nome dei sentimenti che se avessero avuto una bocca per parlare l'avrebbero usata per sputare... perché io li vedevo tutti in fila ed erano bellissimi…  un minuto d'aria prezioso e non lo so come io possa farlo ancora, io che rinuncio così... allora non  mi rimane che non pensarci... preparo un poco d'insalata e mi stupisco che mi basti...

Ho già fatto la valigia. Ho un volo Lufhansa per Heathrow stasera che mi è costato un occhio della testa. Lo so. Lo so. Lo so e ancora lo so. Ma io devo partire. Non ce la faccio.
Così ignoro tutte le teste che ondeggiano e mi fanno cenno di no e parto e non mi aspetto nulla che non sia un'onda anomala…

venerdì 20 gennaio 2012

Varie ed eventuali







Stamattina la Signorina Morosa del Notaio è venuta in studio visibilmente scocciata.
"Buon Giorno!"
"Buon giorno anche a lei, impiegata."
Si son chiusi di là e so che hanno discusso. A quanto pare la Signorina non è contenta di essere trascurata e del fatto che lui non risponda con la dovuta solerzia agli sms e alle chiamate. Pare persino che stasera non vadano a cena. Pare addirittura che la Signora Moglie del Notaio Padre le abbia detto che sono una da cui guardarsi le spalle.
Quella donna mi odia.
 Quando è uscita dallo studio aveva un'aria mista fra sdegno e superiorità, e uno sgurado, sotto i quintali di ombretto viola, che credo avrebbe frantumato un blocco di ghiaccio. Andrea mia ha guardato senza proferire parola, poi è tornato al lavoro, la testa bassa sulle carte.
"Ti faccio un caffè?" ho chiesto.
"Con tanto tanto zucchero. Mi sento avvolto da una roba acida..."
Faccio il caffè.
"Mamma vuoi un caffè?"
"Eleonora, quello che vorrei davvero è capire cosa diavolo vuoi tu."
"...." Alzo la testa.
"Sai almeno cosa stai facendo?"
"Francamente non ci ho pensato più di tanto."
"Come al solito."
Sì, come al solito.
"Per favore, allora fermati, e pensaci. Poi, di grazia, fammi sapere. A me e a lui."
........
"Portagli il caffè che si fredda."
Io mi ero già gelata.

Stamattina ho chiamato mia sorella.
La conversazione si è svolta all'incirca così:
"Posso venire da te stasera e passare lì il week end? Così mi dai un consiglio.."
"DEVI venire, sciocca. Comunque io ti dò tutti in consigli che vuoi ma tanto lo sappiamo già entrambe che poi fai il cazzo che vuoi."
"No dai, ti giuro che stavolta farò alla lettera quella che mi dirai!"
"...."
"Ok dai, magari non alla lettera..."
"Che dolce vuoi?"
"Va bene, almeno ci proverò!"
"Faccio i pizzoccheri"
"Bè, senti, ci penserò e poi prenderò la mia decisione. Ti porto il la crostata."
"Ele?"
"Eh."
"Te ne dico una per entrambe. Ma vaffan...!"



giovedì 19 gennaio 2012

Lasciami sognare, lasciami sognare in pace...

Perchè proprio ora, che iniziavo lentissimamente non a camminare ma almeno ad alzarmi un piedi, a tentoni, a provare a farcela, perchè proprio adesso che avevo capito in che direzione soffia il vento, perchè porco cazzo adesso, mi deve chiamare per dirmi "Mi manchi terribilmente. Mi manchi come mi manca l'aria. Mi manchi. Ti prego vieni." Perchè. Lo so che gli manco e anche lui manca a me, ma questo è l'ennessimo fottuto circolo vizioso dal quale non sappiamo uscire.
Che fare?
Mi ha chiesto di andare da lui.
Che fare?
E ancora: che fare?

martedì 17 gennaio 2012

AAAAAAAAAAAAdoro! Adoro! ADORO!

...andare a pranzo con il mio notaio preferito ;)
...e poi passare il pomeriggio con lui a passaggiare al gelo della Lomellina, entrare a scaldarci in un piccolo pub dalle pareti in legno e chiaccherare come se fosse passato un minuto invece di tutti quegli anni... mi sono ricordata così tante cose... mi sono ricordata di così tanti luoghi... mi sono ricordata di così tanti volti, sapori, odori, del suono della sua risata, del tocco gentile della mano sulla mia, del semplice e puro piacere dello stare insieme, nella nebbia.

Vedremo Midnight in Paris. Presto.

lunedì 16 gennaio 2012

Varie di una giornata fredda

Stare da mia sorella è come prendere le vitamine: fa bene.
Anche se ora in queste lunedì mattina gelido e grigio sono in un coma assoluto e non riesco nè a svegliarmi nè a far nulla.
Oggi è il primo giorno della solita voglia di dieta e purificazione che mi prende a gennaio, quando vedo che i jeans tirano ovunque e i bottoni faticano a chiudersi, e mi tocca ripiegare sui leggins.
In qualche modo arcano devo svegliarmi e fare un pò di ginnastica, correre.
Oggi voglio farmi delle unghie scintillanti.
Oggi vorrei sentire Spencer.
Mi ha chiamato due volte dal mio ritorno, per chiedermi come era andato il viaggio, il rientro in famiglia, se stavo bene, se avevo ancora bisogno di qualcosa che magari avevo lasciato là.
La sua voce era sottile e lontana, il tono pacato. E' stata una conversazione fatta di molte pause e silenzi.
Ora sto pensando di chiamarlo io. La forza di volontà non è mai stata il mio forte. Uff.

Domenica pomeriggio sul divano di mia sorella guardavamo ancora Top Gun sgranocchiando schifezze e io ho esordito con un "mi manca tanto. Tantissimo. Mi manca così tanto che a volte mi sembra di non poter più respirare."
"Chi?" ha chiesto lei "Spencer o l'Uomo dei Silenzi?"
"La mia vita."
"Allora è più grave di quanto pensassi"
"Dell'Uomo dei Silenzi non riesco più a ricordare la voce. A malapena se mi concentro ricordo gli occhi, il taglio del viso, il segno della barba nel contorno della bocca. Sto pensando a Spencer. Tanto."
"E ad Iceman Kazanski."
"E a quello strafigo di Iceman Kazanski."
"E invece magari eh, così tanto per dire, crearsi una vita vera qui da noi, invece di continuare a fissarsi con vecchi ricordi, storie ingrippate come un motore rotto o peggio con uno che non solo è un attore, ma non è memmeno più così tipo da trent'anni!"
"Ecchepalle che sei però."
"E' nel contratto di sorella. Ogni tot mi tocca romperti le palle. E considerando che sei una stronza che è stata lontana qualcosa come sette anni pensa quanti arretrati che ho!"

Che bello, tornare a casa.

mercoledì 11 gennaio 2012

Iceman

Ieri sera mi sono rivista Top Gun.
Perchè mi faccio del male così proprio non lo so.
Azz.

martedì 10 gennaio 2012

Telefonata

"Se ci innamorassimo solo delle persone che sono perfette per noi, la gente non perderebbe tanto tempo a parlare d’amore."
(Amor Towles)
Ma l’amore, com’è testardo, l’amore.

lunedì 9 gennaio 2012

Pan Fried Chicken with Cream Gravy and Buttermilk Biscuits

"Then I walked across the street and caught the Sunday smell of someone frying chicken.
And Lord, it took me back to something that I'd lost somewhere, somehow along the way."

Johnny Cash, "Sunday Morning Coming Down"

Stamattina

Sono andata al collocamento. Credo che la tipa allo sportello in meno di cinque minuti avrebbe trasformato Ghandi in un serial killer. Queste vogliono la dichiarazione dei miei redditi Usa, un certificato che attesti il mio periodo di lavoro, il periodo in cui non ho lavorato, la mia anzianità lavorativa, i mie corsi di aggiornamento, bla bla bla bla. Meno male che non vogliono le radiografie di quando mi ero rotta un polso perchè non so più dove le ho.

Poi sono stata all'Asl. Altra solfa. Altro giro altro regalo.
Coma farò non lo so.

sabato 7 gennaio 2012

Saldi Senza Soldi

Ho girato tutto il giorno a Milano fra Rinascente, Vittorio Emanuele e Via Torino.
Caos. Troppo caos.
Tutta la Rinascente sta in un piano del Rockfeller Center. E io ci abitavo davanti.
E alla Mondadori a vedere le guide di viaggio: New York, Usa e il grande Sud, Londra.
Ecchepalle.

giovedì 5 gennaio 2012

Lotte Intestine

Mia sorella fra poco finirà le ferie e tornerà alla sua vita e al suo lavoro.
Mio fratello pure peccato che questo includa il dover vivere con me.
Sto progettando un piano diabolico per scacciarlo e questo include: una catapulta, una molla, un secchio d'olio messo a bollire, alcuni coltelli e altre cosucce cariche del mio amore per lui.

Mi sveglio senza aver nulla da fare, scarico miriadi di applicazioni inutili sull'I-phone, vorrei fare alcuni scherzi telefonici, cucino muffin, pulisco la cucina e lavo piatti già puliti.
Devo trovarmi un lavoro. Come se fosse facile. E devo comprare il caffè e andare all'Inps a capire cosa posso rubuare allo stato italiano.

Ieri sera ho mangiato ben due mele cotte. Mai più. Faccio colazione in religioso silenzio con due kiwi e un activia. E poi c'è chi dice che vivere in Italia fa cagare. Mah.

mercoledì 4 gennaio 2012

E' importante ricordare...

1) Quando si guida senza cambio automatico la frizione non è una cosa da sottovalutare o dimenticare.
2) Le strade della mia città non sono come un'autostrada americana: tenere la destra è assai importante.
3) I negozi hanno orari e di notte sono chiusi.
4) Devo comprare meno verdura per fare il minestrone; devo imparare a regolarmi perchè la verdura fresca è più buona di quella surgelata.
5) Non devo prendermela quando mia nonna mi chiede tredici volte al giorno che fine ha fatto il bel biondino dell'anno scorso o perchè non sono ancora sposata.
6) Troppi aperitivi fanno assai male il giorno dopo.
7) Stare lontanta dallo studio, anche se c'è poco lavoro, crea in me un'ansia mostruosa che sfogo cucinando in loop stile Izzy in Grey's Anatomy.
8) Sky in mansardina è una benedizione del cielo perchè posso vedere le serie e i film in lingua originale ignorando le proteste violente di mia sorella.
9) Questa quiete finirà non appena mio fratello tornerà dagli States e quindi o mi rassegno o cambio la serratura. (forse la seconda..)
10) Quando hai in casa i pomodorini del Signor Riccardo (il fruttivendolo sotto casa) hai praticamente tutto e puoi vivere una vita piena e gioiosa.

martedì 3 gennaio 2012

La pasticceria ha ufficialmente chiuso


CROSTATA DOPPIA AL CIOCCOLATO

Frolla:
200 g di burro freddo
130 g di zucchero (meglio a velo)
50 g di tuorli
300 g di farina 00
30 g di cacao in polvere non zuccherato (io uso il Nesquik...)

Crema Pasticcera:
250 g di latte intero
75 g di zucchero semolato (meglio se extrafine)
50g di tuorli
25g di farina 00
vaniglia (se piace)

Per la ganache:
125 ml di panna freschissima
200 g di cioccolato fondente

Preparazione:
 1) Lavorare in una boulle il burro a pezzetto freddissimo, la farina, il cacao e lo zucchero al velo, fino ad ottenere un composto sabbioso. Aggiungere i tuorli e lavorare finchè l'impasto risulta bello liscio e omogeneo. Le mani devono restarvi pulite! Formare una palla, avvolgere nella pellicola e lasciare riposare il frigo una buona mezz'oretta.
2) Preparare la crema: In una pentola mettere lo zucchero, i tuorli, la vaniglia e la farina. Impastare con una frusta. Stemperare con il latte freddo poco alla volta. Mettere sul fuoco bassissimo e far cuocere finchè non vela il cucchiaio. Vedrete comunque che si rapprende e si forma la crema.
3)Preparare la ganache: versare la panna in un pentolino insieme al cioccolato a pezzi e mettere sul fuoco a fiamma bassissima. Non togliere dal fuoco finchè il cioccolato non sarà completamente sciolto.
Avrà un apsetto stupendo e vorreste mangiarvelo tutto così: aspettate.
Unire la ganache alla crema pasticcera e mescolare bene.
4)Stendere la frolla in un disco con l'aiuto di un 'asse di legno e di un mattarello e foderare lo stampo per crostate precedentemente imburrato e infarinato. Versare la crema ottenuta nel guscio di frolla.
Con gli avanzi di pasta formare strisce i disegni con cui decorare la superficie.
Cuocere in forno già caldo a 180° per 40 minuti circa.

(NB: le dosi sono per una sola torta! Se ne volete due raddopiatele)

Non mangiatela se poi dovete fare gli esami del sangue.

lunedì 2 gennaio 2012

domenica 1 gennaio 2012

Primo dell'anno

Tutto il giorno a letto.
Auguri per un anno che possa essere... la fine del mondo.