Tutti, e dico tutti, mi hanno chiesto di Londra. Ma io mi son un pò persa, fra l'incidente e le sue conseguenze, e l'influenza che ha attaccatto alla stragrande casa Invernizzi. Decimati, ecco cosa siamo stati.
Mia madre, mio padre, mio fratello, la nonna e pure mia sorella. Tutti febbre a quaranta, giramenti di testa e nausea, raffreddore e una tosse da far invidia ai vecchi del bar sport.
Io? Risparmiata. E così sono stata imprigionata qui e assunta a fac totum. Badante a tempo pieno.
Metti su il brodo di carne. Trita il prosciutto. Lessa le patate. Regola i turni per l'aeresol. Porta a tutti il tè e la spremuta a letto. L'avete presa la tachipirina? E da quel lato del salotto lì? Qualcuno vuole altri fazzoletti? Eleonora! E' finito il latte la pasta l'acqua il detersivo e pure il signore gesù. Vai al supermercato un attimo??? Oh, domani scade anche la bolletta...Vai tu vero? E anche dal dottore all'inps in studio in posta in farmacia. A piedi. Con questo freddo fottuto. Con tutte le mie conseguenze dell'incidente. Sono una donna distrutta. E non è ancora finita.
Vabbè.
Ma torniamo a noi. Londra.
A Londra sono stata bene. Siamo stati bene. Abbiamo fatto i fidanzatini. Si sà, la lontananza giova.
Abbiamo girato a braccetto per il Leadenhall Market, o su e giù per la City mano nella mano, fatto compere da Harrods, pranzato in un ristorante russo gelido con tanto di musica russa dal vivo, visitato ancora St Paul's ("ho sempre immaginato da bambino che mi sarei sposato qui, vestito in uniforme come Carlo, con una principessa con un velo come Diana") e svaligiato un negozietto di souvenirs superpacchiani: tazze e confezioni di tè di William e Kate per tutti. Siamo stati al Tate e abbiamo visto danzare la Giselle a Covent Garden (peccato, senza Darcy Bussel ovviamente ) e persino mangiato di supercorsa da Ramsey a Chelsea, non chiedetemi come però! Poi abbiamo fatto i nottambuli al White Cross a Richmond, un locale costruito dentro un antico monastero che con l'alta marea resta praticamente isolato. Abbiamo camminato per questo sentiero sperduto, umido, gelato, ridendo fra mille nuvolette di fiato nel freddo, guardando il Thames, le luci e i riflessi sull'acqua, godendoci le labbra calde e le mani fredde, e quella sensazione che ti fa socchiudere gli occhi mentre dai un bacio, per vedere quella goccia iridescente sulla punta delle tue ciglia.
Siamo stati vicini. Uniti. Siamo stati un noi di tanti tanti anni fa.
Non abbiamo parlato, non ci siamo fatti domande. Abbiamo colto il momento, e in quello abbiamo vissuto.
Ho prenotato all'ultimo un volo il giorno dopo la sua partenza, non so nemmeno perchè. Lui non ha discusso, forse era stanco di discutere quanto lo sono io. L'ho guardato andare via. Credevo che non l'avrei sopportato eppure sono ancora qui. Eppure sono andata avanti. Step by step.
Poi quando è sparito ancora una volta fra la gente e la sua testa bionda si è confusa fra le altre teste ho avvertito un piccolo lievissimo rumore fra tutto quel caos. Lo schianto sordo del mio cuore.
Il giorno successivo ho dormito in un alberghetto squallido dalle parti di King Cross e ho girato come un'idiota ripercorrendo i posti in cui eravamo stati insieme, chiedendomi dove si fosse persa quella sensazione, quell'armonia. quell'essere in pace, completa.
Se ne era andata con lui, seduta sull'aereo al suo fianco.
Mi hanno chiesto : e ora?
E ora bo.
Ora lui se ne sta oltre l'oceano e per quanto dirlo mi sembri così incredibilmente romantico, non lo è.
Non si può avere una storia così. Non si può credere a un futuro insieme, non più.
Siamo onesti. Non credo alle zuppe riscaldate per quanto squisite esse siano.
Non mi illudo più. L'ho fatto per tanti, troppi anni.
Ho creduto davvero, come avevo scritto in un post nel mio vecchio blog, di poter essere in una sorta moderno di "The way we were" .
Bene, ora sono certa di essermi sbagliata. Lo dico con tanto, tanto amaro in bocca. Perchè ora so cosa provo. So di amarlo, seppure a modo mio.
Ma l'amore non basta, non sempre purtroppo.
Questa volta non è bastato.
bentornata Ele ... leggerti è sempre bellissimo ... (stai su ... so che sembri uno scricciolo ma NON lo sei) ... sei una roccia..!!! quindi forza...!! un abbraccio da chi TVB... :)
RispondiEliminaUn abbraccio, Eleonora.
RispondiEliminaVedrai che l'amaro in bocca svanirà :-)))
Non lo so Ele, se rimane tutto questo amaro è veramente giusto lasciare scorrere via una storia? A volte penso che solo l'indifferenza segnali che di una relazione non sono rimaste più nemmeno le briciole. Ma c'è anche che "è giusto arrivare addirittura a provare indifferenza?". Non te lo dico per giudicarti, ma perchè è un dubbio che assilla penso molti di noi. Non si sa mai quando e come e se dire BASTA.
RispondiElimina...Donne tu tu tu
In mezzo a una via
Donne allo sbando senza compagnia
Negli occhi hanno dei consigli
E tanta voglia di avventure
E se hanno fatto molti sbagli
Sono piene di paure...
Quante complicanze :)
Scrivi scrivi :)
Emerald Bar
Emerald io nn sarò mai capace di provare indifferenza: ne verso Spencer ne' verso il nostro passato, quello che abbiamo avuto condiviso. Io sono fermamente sicura so adesso di amarlo, nell'unicp modo scostante e forse algido in cui so dare amore a in'altra persona. Ma voglio guardare in faccia la realtà lasciare oltre il castello delle fiabe dorate in cui ho vissuto ad esempio quando stavo a new York. Non si può stare insieme così. E per quanto io dia terrorizzata perche nn do come faro a stare senza di lui, nn posso che andare oltre.
RispondiEliminagiusto Ele ... non dimenticare dove sei stata, ma soprattutto concentrati della direzione dove vuoi andare ... sempre dritto e senza guardarti indietro ... (il futuro è sconosciuto ed incerto, ma siamo noi che disegnamo la linea da seguire) ... o almeno cerchiamo di fare in modo di seguirla nel miglior modo possibile ... vai avanti cosi ........ e persevera....! :-)
RispondiEliminaTi stimo, dico sul serio.
RispondiEliminaEsisti veramente? Dammi qualche lezione ehehe :)
Emarald Bar
eppure a volte si pensa che l'amore possa risolvere tutto. Mi si stringe il cuore, leggendo questo post.
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