Faccio casini a non finire.
Ho conosciuto un tipo, in autobus. Uno assai carino. Alla fine, prima di scendere, gli ho sorriso ed è sceso pure lui. Lui è entrato nell'ospedale mentre io sono andata verso casa.
(Io abito vicino al policlinico)
Sono stata assunta come impiegata dal notaio senior. Alla fine lavoro, produco e tengo a bada la mamma che in genere divora le impiegate nuove e/o temporanee. Fino all'estate resterò in studio. Almeno sono in regola e ho un'entrata fissa.
Ho fatto la mia cazzata.
Mio fratello mi ha rubato il telefono l'altra sera e non solo ha scoperto la mia cazzata ma si è letto tutti i miei sms, i miei messaggi su fb, oltre ad averlo riempito di foto oscene fatte alla festa di carnevale dove è andato.
Evviva la famiglia.
In studio si respira un'aria strana. La complicità è diventata tensione e non è nè bello nè gradevole.
Io cerco soluzioni ma non ne trovo.
Ogni volta che cerco di regalarmi un momento di spensieratezza finisco con l'incasinare sempre di più la mia vita. In questo sono bravissima.
Forse da piccola ho mangiato troppo brodo di pollo radioattivo.
La cosa assolutamente meno (o forse più, nemmeno lo so) ironica è che ho girato il mondo per fuggire da tutto questo, ed ora sono allo stesso identico punto di partenza.
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi. Proust
mercoledì 29 febbraio 2012
sabato 25 febbraio 2012
lunedì 20 febbraio 2012
Punti di vista
Qui non ho mai parlato prima di mio padre. Il fatto è che non sta bene.
Insomma, una settimana dopo aver raggiunto il traguardo ambito della pensione dopo quarant'anni suonati a fare il macchinista per le ferrovie, mia mamma lo ha pizzicato e gli ha fatto fare un check-up che rimandava da migliaia di anni. Risultato, a parte il colesterolo alto che è di famiglia, dopo altre visite specialistiche e approfondimenti gli hanno diagnosticato una forma precoce di Alzhaimer.
Il mio papà è malato. Ok per carità è lucido, per nulla confuso o spaventato. Ultimamente è diventato un pò più triste e forse spento ma credo sia il proseguo normale della sua brutta malattia.
Io resto spaventata sia perchè ho paura che sia difficle da gestire con il passare del tempo sia perchè so che l'Alzhaimer è una malattia a componente ereditaria, e quado mi scordo le chiavi o mi dimentico le cose mi preoccupo subito.
Comunque mio padre, malato o no, è buffo.
Avendo appunto il colesterolo alto mia mamma non compra più dolcetti o cose simili. Solo che lui ha imparato benissimo dove stanno le chiavi della mansardina e che del resto gli basta farsi qualche rampa di scale e il suo problema è risolto. Stamattina faccio per prendere i miei biscotti per la colazione nell'armadio a muro e trovo una ditata di nutella. Mio fratello è idiota ma non lo farebbe mai. Poi guardo il barattolo e vedo che è non solo senza nutella ma è stato abilmente riempito d'acqua per nascondere il furto.
Allora vado giù e chiedo a mio padre se ne sa qualcosa. Lui, come un attore consumato, finge di cadere dal pero.
"Papà tranquillo non gli e lo dico alla mamma." Cerco di rassicurarlo.
Nega.
"Ma dai è ovvio che sei stato tu! Ieri sera quando la mamma lavava i piatti che era distratta sarai salito e hai mangiato la nutella, ammettilo! Non è mica un problema!"
E lui che fa? Si inventa un alibi che più assurdo non si può. Mi ha detto che era alla Scala a vedere la Traviata. Ha giurato e spergiurato e per convincermi ha tentato pure di cantare un pezzetto che pareva un lamento di uno che ha la dissenteria. Io mi stavo già sguardando dal ridere.
"Va bene papà, grazie lo stesso e scusa."
E lui come contento di avermi convinto se ne è andato via trascinando i piedi.
Mia mamma si arrabbia ma per me è troppo buffo. E' come un bimbo che per avere i dolcetti li rubacchia e poi dice le bugie.
Intanto abbiamo fatto sparire le chiavi della mansardina. Niente più nutella papà, mi spiace. Consolati con l'opera.
Insomma, una settimana dopo aver raggiunto il traguardo ambito della pensione dopo quarant'anni suonati a fare il macchinista per le ferrovie, mia mamma lo ha pizzicato e gli ha fatto fare un check-up che rimandava da migliaia di anni. Risultato, a parte il colesterolo alto che è di famiglia, dopo altre visite specialistiche e approfondimenti gli hanno diagnosticato una forma precoce di Alzhaimer.
Il mio papà è malato. Ok per carità è lucido, per nulla confuso o spaventato. Ultimamente è diventato un pò più triste e forse spento ma credo sia il proseguo normale della sua brutta malattia.
Io resto spaventata sia perchè ho paura che sia difficle da gestire con il passare del tempo sia perchè so che l'Alzhaimer è una malattia a componente ereditaria, e quado mi scordo le chiavi o mi dimentico le cose mi preoccupo subito.
Comunque mio padre, malato o no, è buffo.
Avendo appunto il colesterolo alto mia mamma non compra più dolcetti o cose simili. Solo che lui ha imparato benissimo dove stanno le chiavi della mansardina e che del resto gli basta farsi qualche rampa di scale e il suo problema è risolto. Stamattina faccio per prendere i miei biscotti per la colazione nell'armadio a muro e trovo una ditata di nutella. Mio fratello è idiota ma non lo farebbe mai. Poi guardo il barattolo e vedo che è non solo senza nutella ma è stato abilmente riempito d'acqua per nascondere il furto.
Allora vado giù e chiedo a mio padre se ne sa qualcosa. Lui, come un attore consumato, finge di cadere dal pero.
"Papà tranquillo non gli e lo dico alla mamma." Cerco di rassicurarlo.
Nega.
"Ma dai è ovvio che sei stato tu! Ieri sera quando la mamma lavava i piatti che era distratta sarai salito e hai mangiato la nutella, ammettilo! Non è mica un problema!"
E lui che fa? Si inventa un alibi che più assurdo non si può. Mi ha detto che era alla Scala a vedere la Traviata. Ha giurato e spergiurato e per convincermi ha tentato pure di cantare un pezzetto che pareva un lamento di uno che ha la dissenteria. Io mi stavo già sguardando dal ridere.
"Va bene papà, grazie lo stesso e scusa."
E lui come contento di avermi convinto se ne è andato via trascinando i piedi.
Mia mamma si arrabbia ma per me è troppo buffo. E' come un bimbo che per avere i dolcetti li rubacchia e poi dice le bugie.
Intanto abbiamo fatto sparire le chiavi della mansardina. Niente più nutella papà, mi spiace. Consolati con l'opera.
giovedì 16 febbraio 2012
2
"E’ meno grave perdere che perdersi."
(Romain Gary)
Forse è così. Forse ho preferito perderti, piuttosto che perdere me.
(Romain Gary)
Forse è così. Forse ho preferito perderti, piuttosto che perdere me.
mercoledì 15 febbraio 2012
Sole
Guardo le orchidee e penso a lui.
Il fatto di non aver mandato rose rosse credo sia stato un tocco di classe, che del resto gli appartinene.
Mi chiedo che cazzo faccio qui a languire e mi ricordo che non avevo una vita nemmeno al suo fianco.
Mi domando che direzione prendere, dove andare, cosa fare.
Stamattina sono stata in studio ad aiutare un poco mia madre.
Il notaio senior mi ha accennato al concorso che si apre a giugno. Per me si prospetta un massacro.
Non sarebbe una cattiva idea tentare. Se quest'anno non va c'è il prossimo. E questa indecisione mi avvilluppa in una tenebra confusa.
Penso. Rifletto. Medito.
E intanto ricordo e rimpiango.
E nel mentre di entrambi faccio un pò l'impiegata del notaio. La cosa che, come sempre, mi riesce meglio.
Il fatto di non aver mandato rose rosse credo sia stato un tocco di classe, che del resto gli appartinene.
Mi chiedo che cazzo faccio qui a languire e mi ricordo che non avevo una vita nemmeno al suo fianco.
Mi domando che direzione prendere, dove andare, cosa fare.
Stamattina sono stata in studio ad aiutare un poco mia madre.
Il notaio senior mi ha accennato al concorso che si apre a giugno. Per me si prospetta un massacro.
Non sarebbe una cattiva idea tentare. Se quest'anno non va c'è il prossimo. E questa indecisione mi avvilluppa in una tenebra confusa.
Penso. Rifletto. Medito.
E intanto ricordo e rimpiango.
E nel mentre di entrambi faccio un pò l'impiegata del notaio. La cosa che, come sempre, mi riesce meglio.
martedì 14 febbraio 2012
lunedì 13 febbraio 2012
domenica 12 febbraio 2012
Sentirsi Puffo Quattrocchi pur avendo un occhio solo...
Mio fratello mi ha minacciato. Ha detto che se non la smetto di occupargli il divano vegetando fra patatine e estatè guardando in loop Top Gun non solo spezza il dvd davanti agli occhi ma chiama qualche suo amico rintronato come lui a vedermi in piagiama e capelli sconvolti... uff.
Che poi sarebbe anche ora di alzarmi da qui...ma insomma, con questo freddo del cazzo, l'occhio iniettato di sangue la crosta sulla faccia e- vogliamo parlarne???- San Valentino che avanza e il mio uomo lontanissimissimo...quanto mi manca però...
Devo trovarmi un sostituto. Seee. Vabbè, devo traovarmi un pagliativo. Un simil-essere umano dotato di attributi maschili per sopravvivere- o almeno passare oltre- questo febbraio fottuto.
Magari mi faccio un trombamico.
O magari scende qui sul divano gesù e ci pensa lui.
Uff. L'ho già detto? Stra uff.
Che poi sarebbe anche ora di alzarmi da qui...ma insomma, con questo freddo del cazzo, l'occhio iniettato di sangue la crosta sulla faccia e- vogliamo parlarne???- San Valentino che avanza e il mio uomo lontanissimissimo...quanto mi manca però...
Devo trovarmi un sostituto. Seee. Vabbè, devo traovarmi un pagliativo. Un simil-essere umano dotato di attributi maschili per sopravvivere- o almeno passare oltre- questo febbraio fottuto.
Magari mi faccio un trombamico.
O magari scende qui sul divano gesù e ci pensa lui.
Uff. L'ho già detto? Stra uff.
venerdì 10 febbraio 2012
Post post London
Febbre.
Sul divano spiaggiata fra montagne di kleenex with balsam tachipirina aeresol bucce di arancia e carte di torrononcini parlo da sola in americano. Mia mamma mi telefona ogni ora e io rivedo in loop Top Gun mentre nella mia mente Val si confonde con Spen, uno sul caccia uno in divisa bianca come Rob Redford in the way we were, uno prende la tube uno sale le scale, e non so più cosa è reale cosa è immaginato, nè la differenza fra i due.
Delirio.
Sul divano spiaggiata fra montagne di kleenex with balsam tachipirina aeresol bucce di arancia e carte di torrononcini parlo da sola in americano. Mia mamma mi telefona ogni ora e io rivedo in loop Top Gun mentre nella mia mente Val si confonde con Spen, uno sul caccia uno in divisa bianca come Rob Redford in the way we were, uno prende la tube uno sale le scale, e non so più cosa è reale cosa è immaginato, nè la differenza fra i due.
Delirio.
lunedì 6 febbraio 2012
Ritardo
Tutti, e dico tutti, mi hanno chiesto di Londra. Ma io mi son un pò persa, fra l'incidente e le sue conseguenze, e l'influenza che ha attaccatto alla stragrande casa Invernizzi. Decimati, ecco cosa siamo stati.
Mia madre, mio padre, mio fratello, la nonna e pure mia sorella. Tutti febbre a quaranta, giramenti di testa e nausea, raffreddore e una tosse da far invidia ai vecchi del bar sport.
Io? Risparmiata. E così sono stata imprigionata qui e assunta a fac totum. Badante a tempo pieno.
Metti su il brodo di carne. Trita il prosciutto. Lessa le patate. Regola i turni per l'aeresol. Porta a tutti il tè e la spremuta a letto. L'avete presa la tachipirina? E da quel lato del salotto lì? Qualcuno vuole altri fazzoletti? Eleonora! E' finito il latte la pasta l'acqua il detersivo e pure il signore gesù. Vai al supermercato un attimo??? Oh, domani scade anche la bolletta...Vai tu vero? E anche dal dottore all'inps in studio in posta in farmacia. A piedi. Con questo freddo fottuto. Con tutte le mie conseguenze dell'incidente. Sono una donna distrutta. E non è ancora finita.
Vabbè.
Ma torniamo a noi. Londra.
A Londra sono stata bene. Siamo stati bene. Abbiamo fatto i fidanzatini. Si sà, la lontananza giova.
Abbiamo girato a braccetto per il Leadenhall Market, o su e giù per la City mano nella mano, fatto compere da Harrods, pranzato in un ristorante russo gelido con tanto di musica russa dal vivo, visitato ancora St Paul's ("ho sempre immaginato da bambino che mi sarei sposato qui, vestito in uniforme come Carlo, con una principessa con un velo come Diana") e svaligiato un negozietto di souvenirs superpacchiani: tazze e confezioni di tè di William e Kate per tutti. Siamo stati al Tate e abbiamo visto danzare la Giselle a Covent Garden (peccato, senza Darcy Bussel ovviamente ) e persino mangiato di supercorsa da Ramsey a Chelsea, non chiedetemi come però! Poi abbiamo fatto i nottambuli al White Cross a Richmond, un locale costruito dentro un antico monastero che con l'alta marea resta praticamente isolato. Abbiamo camminato per questo sentiero sperduto, umido, gelato, ridendo fra mille nuvolette di fiato nel freddo, guardando il Thames, le luci e i riflessi sull'acqua, godendoci le labbra calde e le mani fredde, e quella sensazione che ti fa socchiudere gli occhi mentre dai un bacio, per vedere quella goccia iridescente sulla punta delle tue ciglia.
Siamo stati vicini. Uniti. Siamo stati un noi di tanti tanti anni fa.
Non abbiamo parlato, non ci siamo fatti domande. Abbiamo colto il momento, e in quello abbiamo vissuto.
Ho prenotato all'ultimo un volo il giorno dopo la sua partenza, non so nemmeno perchè. Lui non ha discusso, forse era stanco di discutere quanto lo sono io. L'ho guardato andare via. Credevo che non l'avrei sopportato eppure sono ancora qui. Eppure sono andata avanti. Step by step.
Poi quando è sparito ancora una volta fra la gente e la sua testa bionda si è confusa fra le altre teste ho avvertito un piccolo lievissimo rumore fra tutto quel caos. Lo schianto sordo del mio cuore.
Il giorno successivo ho dormito in un alberghetto squallido dalle parti di King Cross e ho girato come un'idiota ripercorrendo i posti in cui eravamo stati insieme, chiedendomi dove si fosse persa quella sensazione, quell'armonia. quell'essere in pace, completa.
Se ne era andata con lui, seduta sull'aereo al suo fianco.
Mi hanno chiesto : e ora?
E ora bo.
Ora lui se ne sta oltre l'oceano e per quanto dirlo mi sembri così incredibilmente romantico, non lo è.
Non si può avere una storia così. Non si può credere a un futuro insieme, non più.
Siamo onesti. Non credo alle zuppe riscaldate per quanto squisite esse siano.
Non mi illudo più. L'ho fatto per tanti, troppi anni.
Ho creduto davvero, come avevo scritto in un post nel mio vecchio blog, di poter essere in una sorta moderno di "The way we were" .
Bene, ora sono certa di essermi sbagliata. Lo dico con tanto, tanto amaro in bocca. Perchè ora so cosa provo. So di amarlo, seppure a modo mio.
Ma l'amore non basta, non sempre purtroppo.
Questa volta non è bastato.
Mia madre, mio padre, mio fratello, la nonna e pure mia sorella. Tutti febbre a quaranta, giramenti di testa e nausea, raffreddore e una tosse da far invidia ai vecchi del bar sport.
Io? Risparmiata. E così sono stata imprigionata qui e assunta a fac totum. Badante a tempo pieno.
Metti su il brodo di carne. Trita il prosciutto. Lessa le patate. Regola i turni per l'aeresol. Porta a tutti il tè e la spremuta a letto. L'avete presa la tachipirina? E da quel lato del salotto lì? Qualcuno vuole altri fazzoletti? Eleonora! E' finito il latte la pasta l'acqua il detersivo e pure il signore gesù. Vai al supermercato un attimo??? Oh, domani scade anche la bolletta...Vai tu vero? E anche dal dottore all'inps in studio in posta in farmacia. A piedi. Con questo freddo fottuto. Con tutte le mie conseguenze dell'incidente. Sono una donna distrutta. E non è ancora finita.
Vabbè.
Ma torniamo a noi. Londra.
A Londra sono stata bene. Siamo stati bene. Abbiamo fatto i fidanzatini. Si sà, la lontananza giova.
Abbiamo girato a braccetto per il Leadenhall Market, o su e giù per la City mano nella mano, fatto compere da Harrods, pranzato in un ristorante russo gelido con tanto di musica russa dal vivo, visitato ancora St Paul's ("ho sempre immaginato da bambino che mi sarei sposato qui, vestito in uniforme come Carlo, con una principessa con un velo come Diana") e svaligiato un negozietto di souvenirs superpacchiani: tazze e confezioni di tè di William e Kate per tutti. Siamo stati al Tate e abbiamo visto danzare la Giselle a Covent Garden (peccato, senza Darcy Bussel ovviamente ) e persino mangiato di supercorsa da Ramsey a Chelsea, non chiedetemi come però! Poi abbiamo fatto i nottambuli al White Cross a Richmond, un locale costruito dentro un antico monastero che con l'alta marea resta praticamente isolato. Abbiamo camminato per questo sentiero sperduto, umido, gelato, ridendo fra mille nuvolette di fiato nel freddo, guardando il Thames, le luci e i riflessi sull'acqua, godendoci le labbra calde e le mani fredde, e quella sensazione che ti fa socchiudere gli occhi mentre dai un bacio, per vedere quella goccia iridescente sulla punta delle tue ciglia.
Siamo stati vicini. Uniti. Siamo stati un noi di tanti tanti anni fa.
Non abbiamo parlato, non ci siamo fatti domande. Abbiamo colto il momento, e in quello abbiamo vissuto.
Ho prenotato all'ultimo un volo il giorno dopo la sua partenza, non so nemmeno perchè. Lui non ha discusso, forse era stanco di discutere quanto lo sono io. L'ho guardato andare via. Credevo che non l'avrei sopportato eppure sono ancora qui. Eppure sono andata avanti. Step by step.
Poi quando è sparito ancora una volta fra la gente e la sua testa bionda si è confusa fra le altre teste ho avvertito un piccolo lievissimo rumore fra tutto quel caos. Lo schianto sordo del mio cuore.
Il giorno successivo ho dormito in un alberghetto squallido dalle parti di King Cross e ho girato come un'idiota ripercorrendo i posti in cui eravamo stati insieme, chiedendomi dove si fosse persa quella sensazione, quell'armonia. quell'essere in pace, completa.
Se ne era andata con lui, seduta sull'aereo al suo fianco.
Mi hanno chiesto : e ora?
E ora bo.
Ora lui se ne sta oltre l'oceano e per quanto dirlo mi sembri così incredibilmente romantico, non lo è.
Non si può avere una storia così. Non si può credere a un futuro insieme, non più.
Siamo onesti. Non credo alle zuppe riscaldate per quanto squisite esse siano.
Non mi illudo più. L'ho fatto per tanti, troppi anni.
Ho creduto davvero, come avevo scritto in un post nel mio vecchio blog, di poter essere in una sorta moderno di "The way we were" .
Bene, ora sono certa di essermi sbagliata. Lo dico con tanto, tanto amaro in bocca. Perchè ora so cosa provo. So di amarlo, seppure a modo mio.
Ma l'amore non basta, non sempre purtroppo.
Questa volta non è bastato.
giovedì 2 febbraio 2012
Stop!
Bello, anzi stupendo.
Son rientrata in Italia da nemmeno un giorno e ho già distrutto la macchina finendo fuori stada per via della neve, giù da una riva, schiantandomi contro un albero...
Non ho più parole ormai..voglio solo piangere...
Son rientrata in Italia da nemmeno un giorno e ho già distrutto la macchina finendo fuori stada per via della neve, giù da una riva, schiantandomi contro un albero...
Non ho più parole ormai..voglio solo piangere...
mercoledì 1 febbraio 2012
Free wi-fi
"Un tempo, le coppie di amanti prima di separarsi cercavano una stella, su cui i loro sguardi la sera potessero incontrarsi. Che cosa dobbiamo cercare noi? Il cielo almeno non possono dividerlo… Sì invece, disse lei piano. Il cielo è sempre il primo a essere diviso."
(Christa Wolf)
(Christa Wolf)
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